Gioppino – l’amato burattino bergamasco

“Le marionette? Sono una faccia dell’ umanità. Rispecchiano l’ universo in un’ altra versione. Come la musica, la pittura, la poesia.” Guido Ceronetti, poeta e filosofo italiano

Hanno il corpo di pezzo e la testa di legno, vivono in un casotto di legno chiamato castello, hanno origini popolari e sono nati per far divertire il pubblico. Sono importantissimi per il teatro di figura, catturano l’attenzione dei bambini e trasportano gli adulti in un mondo di fantasia, risate e creatività. I protagonisti dell’articolo di oggi sono loro, i burattini! In particolare, una delle maschere più famose di Bergamo: Gioppino (in dialetto Giopì de Sanga). Ecco la sua storia e un po’ di folclore bergamasco!

Chi è Gioppino, o meglio Giopì de Sanga?

Ha dei modi rozzi, apprezza il vino e il buon cibo e preferisce i guadagni facili al lavoro di contadino. Gioppino è un burlone che non brilla per acume e dialettica ma che è sempre disposto ad aiutare i più deboli. Ha una moglie, Margì, e un figlio, Bortolì, con i quali condivide innumerevoli avventure. Indossa un tunica verde con un’orlatura rossa, un ampio cappello scuro e spesso e volentieri usa un grosso bastone per zittire gli arroganti e dare una lezione ai prepotenti. A

livello fisico, il suo tratto distintivo sono i tre grossi gozzi, chiamati “granate” o “coralli”, che sono un grande motivo d’orgoglio per il burattino. A dimostrazione dell’importante influenza della figura di Gioppino nella lingua e nella cultura bergamasca, ricordiamo l’espressione “fa mia ‘l giupì” (non fare il gioppino). Questa frase viene comunemente usata in contesti informali per ammonire qualcuno che si sta comportando da buffone ed è fin troppo esuberante. Proprio come Gioppino, che spesso usa un linguaggio rozzo lasciandosi trascinare dall’impetuosità del suo carattere.

Gioppino tra passato e presente

Non dimentichiamoci che Gioppino avrà l’onore di intrattenere grandi e piccini anche all’estero! Infatti, nel mese di giugno, l’illustre Fondazione Benedetto Ravasio, da 25 anni impegnata a promuovere la tradizione burattinaia, è stata contattata dal network cinese Guangdong Radio and Television per partecipare a uno show dedicato ai burattini. Una splendida occasione per far conoscere a tutto il mondo gli indimenticabili sketch del burattino rubicondo e la bellezza delle maschere bergamasche.

Negli anni ’50, fu proprio Benedetto Ravasio (1915-1990), originario di Bonate Sotto, a rendere celebre la figura di Gioppino, presentando degli spettacoli che fossero adatti anche ai più piccoli ed eliminando gli elementi volgari presenti all’interno dei canovacci della tradizione popolare. Così facendo, l’allegro burattino iniziò a riscuotere maggiore successo e si assicurò un posto speciale nel cuore dei bergamaschi.

Se desideri scoprire altre tradizioni locali e conoscere le origini del dialetto bergamasco, leggi qui: Dialetto bergamasco

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