Quando Tenaris incontrò il mondo contadino – industrie Dalmine

“La tradizione non consiste nel conservare le ceneri  ma nel mantenere viva una fiamma” –  Jean Jaurès, politico francese

Nata dalla fusione di sette diverse frazioni (Brembo, Dalmine Centro, Guzzanica, Sforzatica S.Andrea, Sforzatica S. Maria, Mariano al Brembo e Sabbio), la città di Dalmine è uno dei poli industriali più importanti della regione Lombardia. Forse non tutti sanno però che il suo sviluppo tecnologico affonda le radici in epoca recente, in particolare nell’azienda Tenaris SPA. Siete pronti a scoprire le origini di questa vivace cittadina? Buona lettura!

La città di Dalmine tra storia e innovazione

Tutto iniziò nei primi anni del Novecento, quando il settore siderurgico conobbe una forte crescita. Il gruppo tedesco Mannesman ebbe un ruolo fondamentale durante il processo di industrializzazione. Questo permise alla città di espandere le attività commerciali e farsi conoscere anche all’estero.

La storia di Dalmine si lega indiscutibilmente a quella dell’attuale azienda Tenaris, che porta avanti il lavoro iniziato dai fratelli Mannesman durante il secolo scorso.  Ma le sue vicende si legono anche al movimento sindacale italiano, poiché è proprio qui che negli anni ’20 si è combattuto per ottenere la giornata lavorativa di otto ore.

Non è un caso che qui avvenne anche la prima occupazione di fabbrica, dove i lavoratori diventarono i protagonisti indiscussi della produzione e l’autogestione si convertì in una forma di protesta per rivendicare condizioni di lavoro più eque.

Tenaris – connubio tra industria e agricoltura

La comunità dalminese è però anche frutto del connubio tra realtà agricola e sviluppo industriale, dell’intesa tra il mondo operaio e quello contadino. Con il passare del tempo i ritmi della fabbrica iniziarono ad affiancare i ritmi della vita quotidiana, che nella prima metà del Novecento aveva già dovuto fare i conti con il pesante lascito del fascismo (ancora oggi visibile in alcuni luoghi di interesse della città come Piazza Libertà) e con i bombardamenti aerei della Seconda guerra mondiale.

La “festa dell’uva” o quella “degli alberi”, occasioni di incontro create sotto il periodo fascista, iniziarono a convivere con i programmi offerti dalla televisione, le alte ciminiere, i prodotti in scatola e le prime attività dedicate al tempo libero.

La vita contadina e quella industriale, però, non smisero mai di ruotare attorno al rapporto tra religione e natura. Ne sono una dimostrazione le Santelle, immaginette sacre poste al di fuori delle case a mo’ di voto, per ringraziare il Signore delle grazie ricevute o per scongiurare le calamità naturali. Ancora oggi la Chiesa di San Giorgio, testimonia il passaggio del tempo e l’alternarsi delle vicende storiche che hanno segnato e trasformato notevolmente la città.

Se desideri approfondire la storia di Dalmine e della Tenaris, prova a dare un’occhiata a questo articolo: Dalmine personaggi celebri

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